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Modifica news ID 17 del 10/May/2007 19:36
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Una società incapace di difendere, fisicamente ed intellettualmente, i propri piccoli, i propri bambini, è una società che ha già perso la sua sfida con la civiltà e con il futuro, ancor prima che quella sfida possa anche solo cominciare… ma ci si può ancora “difendere” oggi o meglio difendere chi è al principio di quell’avventura straordinaria ma troppe volte, almeno apparentemente,crudele e senza senso, che è la vita?…Ho qui accanto a me un vecchio vocabolario di italiano…vado alla voce “difendere”… nella definizione c’è scritto: salvare, proteggere dai pericoli. Ma è davvero tutto qui?… Un po’ come quando si parla di calcio (o di quel che ne resta…) e ci si affanna a parlare di difesa, contropiede (pardon, volevo dire ripartenze…), zona, catenaccio eccetera, eccetera… Oppure, per restare in ambito sportivo, anche se confesso che questo è uno “sport” che ho sempre fatto fatica a considerare tale, la difesa alta o bassa dei pugili… Non lo so, ho la sensazione però che in quelle poche, sintetiche righe del vocabolario, ci sia tanto di più…per chi provi a rileggerle. Io ci voglio provare…vediamo… “salvare”…questa è decisamente una parola grossa e quasi sempre usata fuori luogo… forse anche in questo caso… o forse no; decisamente no se riuscissimo per una volta a dissociarla da fedi religiose, politiche e sociali di ogni tipo, pur rispettando le idee di tutti: salvare l’incanto di un cielo stellato d’estate dentro ad un quadro o ad una fotografia, salvare una cosa od un oggetto che ci ricorda un volto, un sorriso, un viaggio, un stagione; salvare un pezzo di pane ed un sorso d’acqua fresca, se lungo la strada dovessimo incontrare qualcuno che ha fame, o sete…salvare l’arte, la poesia, la musica, la cultura, la creatività, la fantasia… l’infanzia; allora si, salvare è difendere, non per negare e nascondere, semmai per offrire a chi vogliamo difendere il meglio che siamo… così salvare è difendere e difendere è donarsi. E a chi dovremmo donare il meglio di noi se non ad un bambino? Ma ritorno al mio vocabolario e così leggo: “proteggere dai pericoli”… credo che proteggere sia come salvare, anche quando non serve o non basta e non si riesce a salvare chi si voleva proteggere. Per proteggere bisogna conoscere la tenerezza, non la forza; bisogna desiderare d’amare, non di possedere… retorica facile, banalità gratuite? Per me è solo la verità. Ma il vero nodo, il terribile mistero è rinchiuso nell’ultima parola, che per altro ho già citato prima, essendo facente parte di un’unica frase di senso compiuto: proteggere dai “pericoli”… quali sono questi pericoli? Dove sono, “chi sono” veramente? Ho iniziato questa pagina di diario virtuale esprimendo un concetto tanto duro quanto chiaro, almeno credo…ed è a quello che voglio ritornare per rispondermi e rispondere a queste ultime domande e per chiuderla, questa pagina. Nulla fa più orrore e niente al mondo c’è di più orribile, vigliacco, ignobile e blasfemo alla vita che la violenza, fisica, sessuale o psicologica che sia, perpetrata, consapevolmente o meno, sui bambini. Ogni forma di violenza, di stupro, di prepotenza su chicchessia non ha motivi né giustificazioni patologiche o, peggio, morali…ma la società che divora i propri figli subito dopo averli partoriti come nella mitica leggenda del Titano Krono, è destinata, come lui, inevitabilmente a perire, a crollare addosso a se stessa e ai suoi folli e smarriti “fondatori ed abitatori”… voglio dire che la pedofilia, in tutte le sue forme ed al dì là dei casi specifici di colpevolezza o innocenza, è comunque e davvero il rigurgito putrido e aberrante di una “civiltà”, la nostra, quella dei paesi più “ricchi”, tecnologici e moderni, che non riesce più nemmeno a salvarsi né a proteggersi da sé stessa… una civiltà fatta di mass media vampiri, pronti a succhiare il sangue di fatti e notizie, quali che siano, per poi subito risputarlo in faccia ai propri inermi fruitori… una civiltà che continua ad “addestrare” i suoi bravi cittadini a pane, potere, denaro, auto e veline…una civiltà che sempre più disgrega, allontana, isola…una civiltà che insegna ai propri figli, fin dalla più tenera età, che conta solo vincere, combattere, misurarsi, competere… una civiltà che compra e vende qualunque cosa, dalle pentole agli organi vitali, dai materassi all’acqua potabile…una civiltà che si ostina ad ignorare o addirittura a negare la sua colpevole ed ineluttabile decadenza ecologica ed ambientale… una civiltà nella quale o sei comunista o fascista o capitalista o terrorista o laico o cattolico o musulmano …oppure niente…devi scegliere, altrimenti sei fuori… una volta a quelli così gli davano un nome: eretici, mi pare. Dentro ad un simile scenario, come si può difendere o proteggere o salvare qualcuno, un bambino, dal “mostro”… ? E chi è il mostro se non colui che cresce e coltiva ogni giorno dentro di sé il suo proprio “male”? Eppure è in questa civiltà che posso ancora e di nuovo esprimere “liberamente” le mie opinioni. Ma la libertà senza l’Amore è come un grande sole che splende nel cielo ma non riscalda più intorno. Un sole di ghiaccio. Forse è per questo che nonostante i cambiamenti climatici e gli effetti del buco nell’ozono, è già da un po’ di tempo che sento un gran freddo. Genova, oggi è giovedì 10 maggio 2007, almeno per questa parte di mondo. Io mi chiamo Andrea, scrivo canzoni, poesie e favole e volevo ringraziare te per esserti fermato un poco qui con me, fra le praterie delle mie parole. Chiunque tu sia, ovunque tu vada, buona fortuna. E torna pure quando vuoi. Passo e chiudo (per ora).
STOP ANDREA BIANCO
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