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Modifica news ID 3 del 13/Feb/2007 12:32
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Devo confessarti che ultimamente, fra tutto quello che mi succede e ci succede intorno, non so più di cosa avere maggiormente paura…i telegiornali sono capaci di massacrarti nell’anima esattamente come le notizie di massacri, stragi, stupri, violenze dentro e fuori dagli stadi e guerre senza senso né fine che danno uno dopo l’altro, assordanti, veloci, ripetitivi, come spari di una mitragliatrice da fanteria, lasciata a colpire senza più sosta e nemmeno obiettivo…tutto quello che ha davanti e dietro e attorno è un obiettivo. A volte provo, con tutta la volontà possibile, almeno per me, a capire, a tentare di comprendere certe ragioni e certi torti, i gesti, le parole, le storie, i motivi…ma arrivato ad un certo punto, magari dopo averne parlato, discusso, anche con passione, con ironia addirittura o con infinita commozione, insieme ad altri come me…inesorabilmente mi perdo, completamente e senza possibilità di “ritorno”. Quello che mi atterrisce veramente è, credo, la brevità con cui ogni notizia, ogni fatto, dal più banale al più importante, dal più bello al più orribile ed inconcepibile, viene nell’ordine segnalato, raccontato, dibattuto, digerito e…si insomma…buttato via; di qualsiasi cosa si tratti, qualsiasi, la prassi è sempre la stessa. Almeno negli ultimi dieci, quindici anni ad oggi è stato così. Sembra quasi che a nessuno importi più sentire davvero il gusto di ciò che si mangia, per restare nel paragone culinario di poco fa, di sapere che ingredienti ne fanno parte, da dove viene quella ricetta così buona o così cattiva…bisogna solo divorare quel cibo, senza neppure l’intermezzo di un bicchiere d’acqua o di vino, con ingordigia e bramosia per poi digerirlo frettolosamente ed espellerlo ancor più rapidamente, in un modo o nell’altro, semmai anche vomitandolo se necessario, per liberarsene al solo scopo di far posto a quel che verrà dopo nel povero stomaco, ridotto ad “inceneritore” naturale. Ecco vedi, non ho più paura di un fatto o di un altro, di bimbi che vengono strangolati perché piangono o di minorenni che uccidono padri di famiglia per giocare a fare gli ultrà…di terroristi che radono al suolo mercati colmi di innocenti o di capi di stato che muovono eserciti contro popoli e nazioni, come adolescenti eccitati, seduti davanti alla plancia colorata del RISIKO! No, quel che mi terrorizza è la velocità assurda con cui tutto sembra accadere…Se succede una cosa “bella”, tutti applaudono e sorridono e ne parlano continuamente per un giorno; il giorno dopo se la dimenticano, senza farsi nessuna domanda. Se succede una cosa “brutta”, tutti piangono o si arrabbiano e ne parlano continuamente per un giorno; l’indomani la scordano completamente, senza chiedersi alcun perché….Ecco, è la fine dei perché che mi spaventa fino a lasciarmi senza parole né fiato..quegli stessi perché che i bambini non si stancano mai di domandare a quelli più “grandi”, su tutto ciò che incontrano, affrontano ed imparano a conoscere. Là dove finiscono le domande e ci sono solo risposte, là finisce il mondo e comincia l’inferno. Genova, oggi è martedì 13 febbraio 2007, almeno per questa parte di mondo. Io mi chiamo Andrea, scrivo canzoni, poesie e favole e volevo ringraziare te per esserti fermato un poco qui con me, fra le praterie delle mie parole. Chiunque tu sia, ovunque tu vada, buona fortuna. E torna pure quando vuoi. Passo e chiudo (per ora). STOP ANDREA BIANCO
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