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Modifica news ID 8 del 14/Mar/2007 20:06
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Quand’ero bambino ricordo che guardavo con stupore ed un bel po’ di rispetto alle cosiddette “manifestazioni di piazza”…a dire la verità mi facevano a tratti anche un po’ di paura..non so il perché…forse i cori..i cordoni di polizia schierati…insomma era la fine degli anni settanta e c’era una certa tensione nell’aria in Italia e poi quelle erano roba da milioni e milioni di persone…ed io appunto ero solo un bambino e non riuscivo certo a decodificare i vari messaggi politici e sociali in esse contenuti. Ma per mia grande, grandissima fortuna (oggi lo so) ero cresciuto, stavo crescendo, in un paese libero e democratico…magari non proprio come nelle magnifiche utopie di filosofi, poeti e grandi uomini…me ne viene in mente uno su tutti…Giordano Bruno…però abbastanza libero e democratico per poterlo definire tale. Quindi imparai a rispettare le manifestazioni pubbliche, la libera espressione del pensiero umano in tutte le sue forme, la libertà di religione, di stampa, di voto, il sindacato, le autonomie e tutto il resto. Sono passati molti anni da quei giorni e quelle sensazioni..oramai più di venti..come tutti sono andato avanti nella mia formazione culturale e personale..mi sono fatto delle idee su politica, religione eccetera, eccetera. Qualche volta le ho modificate, aggiornate..addirittura in qualche caso, non mi vergogno ad ammetterlo, anche cambiate radicalmente quelle idee, ed ho continuato a rispettare sempre quelle degli altri, anche quando è stato ed è per me, a torto o a ragione, davvero difficile farlo. Anche riguardo alle manifestazioni. Oggi infatti, pur ancora riconoscendone tutto il prezioso ed immenso valore democratico, oggi non le capisco più. E forse mi fanno un po’ più paura. Perché ne vedo e ne sento ovunque e quantunque. Perché sono diventate spesso fini a se stesse, quasi come una moda; una moda brutta e violenta per i delinquenti ed i provocatori ed una moda carina e colorata per tutti gli altri, liberi cittadini e loro rappresentanti politici, religiosi ecc. Qualunque cosa accada, di qualsiasi legge o questione si discuta c’è sempre pronta una bella e televisiva manifestazione di piazza…se poi i media riescono anche a creare “l’evento” intorno alla cosa, il gioco è fatto…Ed ecco i timori di rivolte e di rivoluzioni armate, di scontri all’ultimo sangue fra forze dell’ordine intransigenti e fasciste e manifestanti violenti e degenerati…Sono scesi in piazza tutti…tutte le categorie, tutte le fazioni, tutti… lavoratori, operai, tassisti, avvocati, artisti, commercianti, ministri.. ancora oggi ho sentito di sindaci che organizzano manifestazioni per i propri cittadini (!), di correnti religiose che scenderanno presto in piazza per rispondere per le rime a laici e miscredenti che a loro volta di recente hanno manifestato (!!)…all’appello credo manchino soltanto gli operatori ecologici che manifesteranno presto per una spazzatura più pulita e le associazioni dei daltonici per chiedere semafori meno colorati…e forse anche quelle dei cornuti (si dice ancora così?) per chiedere di avere mariti meno stronzi e mogli meno mignotte.. lo so che sto scherzando su cose serie..spesso tragiche ed assurde..e che comunque grazie al cielo, nonostante tutto da queste parti è ancora possibile pensarla come si vuole…andarci oppure no alle manifestazioni…è solo che mi piacerebbe che prima o poi riuscissimo di nuovo a dare ad ogni cosa, ad ogni avvenimento sociale, importante, che ci accade intorno, un valore, un valore il più possibile autentico e meditato..e non solamente un nome, un titolo da prima pagina, un immagine televisiva o da “buttare nella rete” (di internet)…e magari, peggio, solo un prezzo… Ecco il significato della paura sottile che c’era allora nel mio cuore di bambino e che resiste oggi in me…che tutto si riduca ad uno slogan, ad un “picchetto” ad una “unione fa la forza” che poi assomiglia troppo a un “la maggioranza vince e la minoranza pazienza”…che diventi sempre più facile esserci, marciare, manifestare…e sempre più difficile parlarsi, conoscersi, crescere. Tutti insieme. Genova, oggi è mercoledì 14 marzo 2007, almeno per questa parte di mondo. Io mi chiamo Andrea, scrivo canzoni, poesie e favole e volevo ringraziare te per esserti fermato un poco qui con me, fra le praterie delle mie parole. Chiunque tu sia, ovunque tu vada, buona fortuna. E torna pure quando vuoi. Passo e chiudo (per ora). STOP ANDREA BIANCO
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