Le ragioni della nostalgia [26 Apr 07 19:46 by Andrea Bianco]
“Si stava meglio quando si stava peggio.” …. “Ai miei tempi era tutta un’altra cosa”… “Oggi non si salva niente e nessuno, una volta invece..” … Quante altre frasi fatte potrei tirare fuori dall’infinito campionario esistente al riguardo? Molte, moltissime, fino alla noia. Naturalmente mi guardo bene dal farlo, mi bastano invece questi pochi ma significativi esempi per dare lo spunto ad un pensiero o meglio ad una breve riflessione: c’è qualcosa di vero o quantomeno di probabile, ad oggi, in fondo a quelle retoriche “imprecazioni”, oppure no? Personalmente devo ammettere senza riserve di non avere un buon rapporto, equilibrato e realistico, con il tempo che passa… non tanto per la famigerata “paura d’invecchiare”, che non ho poiché affetto dall’altrettanto celebre “sindrome di Peter Pan” (posso crescere certo… ma mai più di tanto…), quanto per la ragione opposta e cioè per l’estrema difficoltà che sempre ho nel dovermi lasciare definitivamente, o quasi, alle spalle un qualsiasi fatto o cosa o persona o rapporto o esperienza o stagione della vita che sia… tutte queste inevitabili “fini”, per me come per tutti, le ho sempre vissute come piccole morti, dove, almeno sulle prime (che durano parecchio…), a prevalere nel mio animo e nei miei pensieri, è sempre la malinconia del ricordo piuttosto che la curiosità per il futuro appena nato (altri fatti, cose, persone, rapporti, esperienze e stagioni…domani). Temperamento artistico, dicono…sarà…ed in effetti molte delle cose che scrivo, belle o brutte, nascono da quel genere di sensazioni… Resta il fatto che alcune, di quelle sensazioni intendo, non le augurerei mai neppure al peggior nemico… ma senza ulteriori divagazioni vengo volentieri al punto; se si esce da discorsi generali e generalisti, obiettivamente irrealistici e velleitari, del tipo che comunque prima era sempre meglio di poi, mi sento di dire che si, in alcuni casi e per specifiche situazioni, le “ragioni della nostalgia” esistono davvero e andrebbero non solo compatite e assecondate, ma anche seriamente ascoltate e prese in considerazione, anche solo per provare ad immaginare un futuro differente e migliore. Almeno nelle intenzioni, che sembrano poco ma che spesso poi fanno la differenza. Guardo ai mass media, alla televisione in particolare ma anche ai giornali ed alle radio (lascio fuori internet poiché non c’è possibilità di confronto né di paragone rispetto a “prima”). Come si può in tutta onestà non notare l’involgarimento, l’imbarbarimento civico e civile dei più importanti mezzi di comunicazione di massa odierni? Restiamo in casa nostra per non esagerare…chiunque sia stato prima bambino e poi adolescente fra gli anni ’70 ed ’80 in Italia, sa perfettamente di cosa sto parlando…la serietà e la sobrietà dei telegiornali, la professionalità e l’eleganza degli show, dei varietà, dei quiz…e soprattutto la vivacità, la fantasia ed il messaggio educativo di quasi tutta la cosiddetta “tv dei ragazzi”… in tutti quei cartoni animati, telefilm e film per la tv (non né citerò nessuno perché qualunque citazione fatta farebbe torto ad un’altra non fatta), i valori in gioco erano sempre e comunque lealtà, amicizia, amore, bontà, difesa del più debole contro cattiverie, soprusi ed ingiustizie. Gli eroi potevano essere mirabolanti robot o capitani coraggiosi di astronavi super – galattiche, oppure semplici poliziotti giovani e forti, o ancora bambine dolci e generose, o ragazze e donne affascinanti, temerarie ed irrimediabilmente romantiche… A volte le storie di cui erano protagonisti riuscivano ad essere sciocche ed improbabili insieme, ma noi, noi bambini, noi ragazzi di quegli anni che oggi sembrano così distanti, noi dicevo, non avevamo bisogno di storie serie, realistiche e vuote, piene di cinismo, squallore, sesso facile come i guadagni e le lacrime a comando.. né di competitività estrema, ipocrita e fine a se stessa… quelle infatti le avremmo scoperte e vissute sulla nostra povera pelle appena fossimo cresciuti un po’, almeno potendo conservare nel cuore il tenero ricordo di quei “sogni animati”… Certo gli “effetti speciali” che ci sono adesso ce li potevamo scordare… ma credo che nessuno di quegli ex infanti ed adolescenti, oggi abbia rimpianti in merito… guardiamo con stupore e tanta, tantissima malinconia all’infanzia “virtuale” e tecnologica dei bimbi e dei ragazzi di questo nuovo, strambo ed inquietante millennio…canticchiando ogni tanto, di nascosto, le “sigle” di quei nostri cari e lontanissimi sogni…ed è soprattutto in quei brevi e magici momenti di pudore della nostra memoria che forse, un po’ sorpresi e un po’ no, riscopriamo convinti “le ragioni della nostalgia”. Genova, oggi è giovedì 26 aprile 2007, almeno per questa parte di mondo. Io mi chiamo Andrea, scrivo canzoni, poesie e favole e volevo ringraziare te per esserti fermato un poco qui con me, fra le praterie delle mie parole. Chiunque tu sia, ovunque tu vada, buona fortuna. E torna pure quando vuoi. Passo e chiudo (per ora). STOP ANDREA BIANCO



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