Il prezzo delle idee [24 May 07 18:56 by Andrea Bianco]
Poco tempo fa mi è capitato di essere “chiamato” a svolgere il ruolo di insegnante di canto, presso un gruppo, di cui ovviamente non farò il nome per ragioni di correttezza personale (non potrebbero rispondermi pubblicamente poiché questo non è un BLOG, come spiegai nella prima pagina di questo DIARIO…) oltreché di privacy e rispetto di chi comunque, in mezzo all’odierno oceano di cinismo, prepotenza e bassezza morale, prova a lavorare onestamente, pur magari sbagliando (a mio parere chiaramente). Chiarisco che non sono mai stato un insegnante, non possiedo questo prestigioso titolo professionale e non è mai stata mia ambizione usurparlo a chi invece, con dedizione e sacrificio, davvero lo ha ottenuto, qualunque sia il grado o la specializzazione in tal senso; avendo però io una consistente esperienza appunto in campo “canterino” (scrivo e canto canzoni dall’età di 14 anni circa…e oggi ne ho…un po’ di più…) ed avendo lavorato per molti anni presso radio e tv private liguri ed altrettanti nello stravagante mondo dell’animazione per bambini, quando non si tratti di corsi professionali o tecnici, bensì di più semplici introduzioni all’argomento o simili, più di una volta ho vestito volentieri e con entusiasmo i panni dell’ “apprendista docente” che cerca quantomeno di mettere a disposizione la sua oramai lunga (purtroppo…) conoscenza della materia al riguardo. A questa “chiamata”, come dicevo all’inizio, mi presentai come mio solito con tutta l’umiltà e la disponibilità di cui sono in possesso…forse poca, forse tanta, sicuramente sincera. E con una trentina di fogli fotocopiati in bianco e nero sotto il braccio. Li portai perché avevo intenzione di distribuirli ai miei “alunni” del momento…e così in effetti feci. Sopra quei fogli avevo scritto una semplice “scaletta” di punti più o meno importanti dai quali partire o ai quali fare riferimento, relativamente all’insieme generale dei miei interventi da quella sera in poi. A quel corso c’erano diverse fasce d’età di iscritti e di iscritte; si andava dai cinquantenni curiosi o annoiati, fino a ragazzini e ragazzine delle scuole medie…ricuriosi e riannoiati… A quel primo incontro conobbi gli adulti, al secondo gli adolescenti; non feci a tempo ad incontrare la “terra di mezzo”…i miei coetanei insomma, semplicemente perché proprio al secondo incontro la mia collaborazione venne meno. Eppure era andato tutto piuttosto bene, sia coi più grandi che coi più piccoli…dopo la classica rottura del ghiaccio, tutti gli annoiati si erano divertiti e tutti i curiosi si erano incuriositi ancora di più…e fortunatamente non era la prima volta che mi capitava, ci contavo insomma… E allora? Allora il “problema” furono proprio quelle povere, scolorite fotocopie… Eh si perché già al termine della mia prima “lezione”, venni gentilmente invitato da uno dei responsabili organizzatori del corso (che prevedeva pure danza e recitazione) a non fare più uso di fogli e foglietti vari in futuro, che quell’impostazione “troppo didattica ed eccessivamente verbosa” (parlavo troppo..), non era indicata per un genere di progetto come quello, basato più sul concetto di hobby e divertimento e meno su quello strutturale e culturale delle materie in questione. Francamente non capivo e altrettanto gentilmente obiettai che già in molte altre occasioni avevo adottato un metodo d’approccio simile e che i risultati erano stati tutt’altro che insoddisfacenti, come per altro m’era parso già d’intuire, dopo un primo e naturale momento di diffidenza, anche in quella situazione specifica…La risposta fu un nuovo, fervido invito ad evitare fotocopie e discorsi lunghi, al che risposi che sarei stato disponibile a qualunque richiesta se motivata in maniera tale da poterla non solo recepire ma anche comprendere a fondo…E così, purtroppo, capii. Fra i 10 o 12 punti, non ricordo, che avevo scritto su quei fogli, ce ne erano un paio che invitavano l’uditorio, maggiorenne ma soprattutto minorenne, a non confondere la bellezza ed il piacere del canto e della musica in genere con la tristezza, lo squallore e la competitività senza talento né valori che ad oggi tv, mass media e “mondo dello spettacolo tutto”, propinano senza tregua proprio e soprattutto alle menti ed ai cuori dei più giovani e quindi più indifesi fruitori del “prodotto”…citavo veline, reality, grandi fratelli, amici, nemici ed altre porcherie varie e variegate, disseminate oramai ovunque nel gigantesco cestino dell’immondizia che è il “business – show” del nostro etere e oltre. In un altro punto dicevo anche che è bello cantare per divertire e divertirsi, ma lo è anche saper riconoscere il proprio talento personale, che non è sempre uguale per tutti… che si può addirittura stonare qualche volta… e per fortuna. Così non andava, mi disse il mio compassato ma deciso interlocutore. E se qualcuno, un pò mi disse ed un pò mi fece capire fra le righe, in effetti non fosse stato d’accordo? Se avessi in poche parole ferito la sensibilità di chi costruisce i propri miti e riferimenti su ciò che io ho poc’anzi definito candidamente “porcherie”? E se poi qualcuno si fosse offeso o si offendesse a sentir parlare di talenti per ognuno differenti, oggi che appunto la regola è: fate tutti tutto, poi come lo fate è uguale... E soprattutto se questi che si feriscono e si offendono smettono di venire al corso e quindi di pagare la modica retta mensile? (e di conseguenza pure il mio umile compenso del caso) Mi pare chiaro no?… Un po’ come chiedere ad un medico di famiglia di prescrivere consapevolmente farmaci sbagliati o fasulli al suo paziente – cliente, o quantomeno di evitare di dargli quelli giusti, così che quest’ultimo non guarisca mai effettivamente e torni costantemente a trovarlo nel suo studio privato… Succede veramente? Spero di no… Resta il fatto che io non sono né un insegnante, né un medico o peggio un predicatore moralista convinto di avere la verità in tasca. Mi basta sentirmi libero, ieri, oggi e domani di poter guardare dritto negli occhi tutti coloro i quali chiedono prima di ogni altra cosa al loro prossimo, chiunque esso sia, lealtà ed onestà. E di non dare mai e poi mai e per nessuna ragione al mondo, un prezzo alle mie idee. Genova, oggi è giovedì 24 maggio 2007, almeno per questa parte di mondo. Io mi chiamo Andrea, scrivo canzoni, poesie e favole e volevo ringraziare te per esserti fermato un poco qui con me, fra le praterie delle mie parole. Chiunque tu sia, ovunque tu vada, buona fortuna. E torna pure quando vuoi. Passo e chiudo (per ora). STOP ANDREA BIANCO



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