Racconto a sorpresa! [05 Apr 07 17:34 by Andrea Bianco]
Fra qualche giorno è Pasqua…mi chiedo se ci sia in giro ancora qualcuno che, oltre fedi, religioni e credenze varie ed assortite, riesca a “sentire” davvero il significato profondo ed autentico della vita che rinasce a se stessa…difficile e non certo per colpa di questo qualcuno…con tutto il baccano che quotidianamente fanno gli “altri”, quelli che sanno tutto, hanno capito tutto e che sanno che da sempre nella storia, la maggioranza vince, al dì là di come e perché… Ma a proposito di sapere tutto, prevedere tutto eccetera, eccetera…nel mio personalissimo uovo pasquale, la sorpresa (voce del verbo sorprendere: cogliere d’improvviso, meravigliarsi…) è un breve racconto tratto da un altrettanto breve libro…semplicemente il più bello, profondo, giocoso ed originale libro che io abbia mai letto nella vita…e pensare che non ci hanno fatto neppure un film…comunque il libro in questione s’intitola “La filosofia in trentadue favole”, l’autore (gigantesco), docente di filosofia, si chiama Ermanno Bencivenga, la prima edizione è datata novembre 1991(poi ristampe innumerevoli) e l’editore è Mondadori. Il titolo del racconto di cui sopra è “La biblioteca”. Ovviamente, sia per il rispetto dei diritti d’autore che per la lunghezza del racconto stesso, che pur nella sua brevità in questa sede sarebbe comunque troppo ampio da riportare per intero, mi sono permesso di tagliare e cucire qua e là, ma giuro, senza mai venir meno al senso meraviglioso e meravigliante di questa piccola, grande opera letteraria: “Una volta, prima dell’uomo delle caverne, di mammut e dinosauri, c’erano su questa terra degli esseri estremamente civilizzati, molto più di noi.Talmente di più che sapevano tutto, passato, presente e futuro. Sapevano se sarebbe piovuto e chi avrebbe vinto il giro d’Italia. Certo, non è che avessero sempre tutto in mente e anche a loro capitava di dimenticare qualcosa o di non pensarci. Un giorno però qualcuno molto importante decise che era ora di finirla con le sorprese (…) Così questo signore costruì una grande biblioteca, reclutò un esercito di contabili e li mise al lavoro. I contabili partirono da un giorno x e scrissero tutto ciò che sarebbe accaduto quel giorno, ne fecero un libro e lo misero sopra uno scaffale della biblioteca. Poi passarono al giorno dopo e così via. Un libro per ogni giorno, uno scaffale per ogni mese, una parete per ogni anno. All’inizio era divertente ed anche utile (…) Poi però cominciarono le difficoltà. Saltò fuori per esempio che nessuno voleva più correre il giro d’Italia o giocare una partita di calcio, perché tanto già si sapeva chi avrebbe vinto. Quando nasceva un bambino era bello sapere a quanti mesi avrebbe messo i primi denti, ma molto meno sapere che a scuola avrebbe preso quattro in dettato e durante le vacanze si sarebbe rotto un braccio giocando. Dopo tre anni la biblioteca era già piena e fu un vero disastro. Quelli che sapevano quando sarebbero morti si erano messi a letto e non volevano più saperne di alzarsi (Anche questo ovviamente era scritto in un libro); gli altri si preoccupavano solo di cose lontane. Intanto la biblioteca avanzava e dopo dieci anni si era riempito un intero piano. (…) C’era sempre meno gente per strada, a scuola, nei bar; gli autobus giravano mezzi vuoti e a volte non giravano affatto perché l’autista si era messo a letto e non né voleva sapere di alzarsi…L’ultimo a mettersi a letto fu uno dei contabili. A quel punto tutto era fermo, compresa la biblioteca e anche questo, ovviamente, era scritto in un libro. Quel che non era scritto in nessun libro, perché la biblioteca si era fermata, è che quel mondo tanto civilizzato sarebbe stato presto ricoperto di polvere e su quella polvere avrebbero marciato mammut e dinosauri. E avrebbero strisciato e lottato gli uomini delle caverne.” Non credo ci sia nulla da aggiungere…solo una “raccomandazione” alle autorità ed alle istituzioni civiche e culturali, italiane, europee, mondiali: badate bene signori a continuare a non fare entrare mai testi come questo nelle scuole dell’obbligo perché, come si dice…se qualche moccioso di oggi dovesse mai smettere per qualche minuto della sua giornata di guardare la tv, “messaggiare” col cellulare o spappolarsi occhi e cervello sui giochi elettronici dopo (e durante) la scuola…per fermarsi un momento a ripensare, rileggere o peggio riflettere su di un racconto come “La biblioteca”…si…c’è il serio e più che probabile “pericolo” che cominci a farsi venire qualche strana, sovversiva ed immorale idea per cambiare le cose. Domani. Buona Pasqua. Genova, oggi è giovedì 5 aprile 2007, almeno per questa parte di mondo. Io mi chiamo Andrea, scrivo canzoni, poesie e favole e volevo ringraziare te per esserti fermato un poco qui con me, fra le praterie delle mie parole. Chiunque tu sia, ovunque tu vada, buona fortuna. E torna pure quando vuoi. Passo e chiudo (per ora). STOP ANDREA BIANCO



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