Dei treni: nella notte, nell'estate, nella pioggia. [di Andrea Bianco]
Stava guidando l’auto. Come ogni giorno. Sentì quel rumore in lontananza. Sentì il fischio. Gli venne istintivo di cominciare ad annusare e cercarne l’odore, come i cani fanno con gli altri cani, come i bambini piccoli fanno con la mamma, come fanno due amanti con le loro mani e la loro pelle. L’odore di un treno. Metallo, fumo, bruciato, legno e terra. I treni possono entrarti dentro come poche altre cose nella vita. Come le stanze d’albergo. Come i parchi di città d’inverno immobili e fradici nei riflessi dei lampioni bianchi e tremolanti. Come le voci ovattate e disarmoniche degli autobus pieni di sera, verso casa. Come i fari delle automobili dentro alla pioggia e come le stelle d’una bellezza addirittura insostenibile che ad un tratto non le puoi più guardare, devi smettere di guardarle, d’agosto, poco prima della notte. Non avrebbe mai potuto dimenticare quel fischio, che è comunque sempre lo stesso. Lo aveva sorpreso dentro al buio ed al calore di una notte lontanissima oramai, ma ancora così limpida e viva nei suoi ricordi! Quel suono profondo ed irreale, proveniente dal sogno e dalla realtà, padrone dell’uno e abitatore dell’altra, gli aveva fatto sobbalzare il cuore, agitare il respiro e tremare l’anima. E nella sua immaginazione lo aveva anche visto sfrecciare nell’oscurità il treno,sollevando polveri dorate e bianche, vaporose nebbie fresche. Piccole luci gialle come un alveare a danzare in una isterica intermittenza. E il vento secco, tagliente dietro di se. I treni di notte trasportano la memoria degli uomini e vanno veloci senza fermarsi più in nessuna stazione. E il loro fischiare è l’urlo selvaggio e primordiale del tempo. E’ il tempo che grida il suo passaggio. Finche una notte d’improvviso lo senti, lo devi ascoltare. E’ la notte in cui la giovinezza resta alle spalle e lentamente scompare tra i colori, i raschi e il brusio, un’estate che piove. Inserì la marcia, schiacciò piano l’acceleratore, con il piede destro. Il rumore, il fischio, era già scomparso. Altri odori. Sorrise. Tossì. E continuò a guidare. Come ogni giorno. AND



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