Canto all'autunno (delle cose: le foglie) [di Andrea Bianco] | ||
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Tappeti d’oro lunghissimi e lucenti in lontananza. Uccelli curvi e senza ali a sfidare fragili il vuoto e l’aria azzurra di fresche correnti. Tesori pirati di monete e pepite grandi in mucchietti e monticelli ai piedi forti degli alberi, sotto stanghe gelide di cancellate, sopra sedili e selle di giostre spente, addormentate, vicino alle scuole. Macchie brillanti sempre in movimento,sempre diverse nelle immense e tristi piazze dei posteggi in città; danzatrici fulgide ed instancabili in faccia a capannoni di lamiere sonanti ed affilate,senza porte né finestre. Confini nitidi ed immaginari di strade, sentieri e vicoli, spazzati da raffiche ancora basse ma rabbiose di vento. E teneri bagliori di stelle d’estate, oramai lontane, precipitate lievi sulla terra con le prime piogge odorose, attraverso nubi veloci e camaleonti, nei giorni già più
scuri e più corti. Piccoli voli preziosi, le foglie.
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