I giorni felici [di Andrea Bianco] | ||
| Ricordo l’inizio dell’estate. Alle nove della sera era ancora chiaro. Io e mio fratello andavamo a dormire e la nostra stanza, grande e calda, restava avvolta in una luce strana, opaca, velata, quasi fino alle dieci. Andavamo a letto presto perché il mattino la sveglia era alle sei e mezza per arrivare a scuola alle otto. Lui dormiva ed io restavo sempre sveglio, almeno per un’altra ora buona. Non c’era un motivo particolare, semplicemente non avevo sonno fino alle dieci passate, e basta. Al risveglio però non era facile davvero per me. Eppure le cose andavano così. E andarono così per molto altro tempo. E’ solo un ricordo sciocco, una memoria fragile ed infantile, forse un poco distorta. Ma la sensazione che riempiva il mio petto liscio di bambino in quelle sere tiepide e lontane, è stata, è e sempre sarà, tutto ciò che conosco della felicità.
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